Rassegna

Ceresio Estate

Ceresio Estate è una rassegna musicale patrocinata dall’Ente Turistico del luganese che offre ogni anno, tra giugno e settembre, una serie di concerti gratuiti sia al pubblico locale che a quello turistico.
Il festival propone solisti e gruppi di indubbio valore attivi nell’ambito della musica antica, classica e contemporanea, con occasionali incursioni nelle musiche improvvisate e di ispirazione popolare.
I concerti si svolgono in un’atmosfera conviviale in alcuni dei luoghi più suggestivi e significativi del luganese: chiese, parchi, piazze di paese e sale da concerto.
Tra gli intenti di Ceresio Estate c’è quello di fornire una ribalta a giovani musicisti di talento residenti nel territorio cantonale, che regolarmente dividono il cartellone con artisti affermati e di fama internazionale.
Ceresio Estate ha da anni intrapreso fruttuose collaborazioni con alcune importanti istituzioni musicali ticinesi quali il Conservatorio della Svizzera italiana e l’ Orchestra della Svizzera italiana, e crea puntualmente sinergie con altre rassegne musicali, come “La Via Lattea”, “Ticino DOC”, “Longlake Festival” e “Altolivenza Festival” (Regione Friuli-Venezia Giulia).

Piccola storia

Nel 1976 nasce “Carona Estate”, una rassegna concertistica creata da Pro-Carona e da Pro-Ceresio, in collaborazione con la Radiotelevisione della Svizzera italiana, la Sezione culturale Migros Ticino, l’Associazione Ricerche musicali nella Svizzera italiana.
Fin dagli inizi Lucienne Rosset svolge il compito di direttrice artistica.
Nel 1978 Carona Estate passa sotto l’egida dall’Ente turistico del Ceresio – Melide, mantenendo le collaborazioni precedenti con l’aggiunta della Fondazione Musica Ticinensis. È in questa occasione che Alice Moretti assume l’incarico di presidente del comitato artistico e Lucienne Rosset quello di vicepresidente. Con le successive aggregazioni dei vari Enti turistici in uno grande e regionale, Ceresio Estate entra a far parte degli eventi promossi da Lugano Turismo.
In anni recenti il comitato artistico si è rinnovato con la partecipazione di Michele Patuzzi (presidente dal 2010), Pietro Viviani (coordinatore dal 2015 e responsabile della programmazione dal 2020), Alessandra Aitini (responsabile della comunicazione dal 2020) e Tommaso Maria Maggiolini (coordinatore dal 2021).

Nel corso dei decenni Ceresio Estate ha permesso di compiere i primi passi sulla scena a molti musicisti che si sono formati in Ticino e che oggi sono affermati nel panorama internazionale, quali Fabio di Càsola, Diego Fasolis, Claude Hauri, Elisa Netzer, Maristella Patuzzi, Cristoforo Pestalozzi, Luca Pianca, Emanuele Segre, Daria Zappa e Omar Zoboli .
Nel 2015, in occasione del nostro quarantesimo anniversario, abbiamo raccolto i ricordi e le testimonianze di musicisti, organizzatori e amici del festival:

L’insostituibile esperienza dell’ascolto della Musica dal vivo

Ceresio Estate è un percorso musicale che è riuscito ad inserirsi in un con – testo non certo sprovvisto di buone proposte, facendolo vivere per quattro decenni e farlo camminare accanto ad altre manifestazioni di rilievo. Gli inizi? Va detto che qualche tentativo era nell’aria. A Carona la signora Mislin, insegnante di pianoforte, cercava una formula, una platea, soprattutto per i giovani pianisti, che li incoraggiasse e avesse continuità nel tempo. È pur vero che nel nostro Cantone l’offerta musicale si concentrava prevalente – mente nei centri, mentre nelle località minori non era facile trovare buona musica, magari sulla porta di casa, senza trasferte serali, senza particolari difficoltà. E per di più, gratuitamente. Ripensando alle prime edizioni (quasi un’avventura), come non ricordare, tra tanti altri, la rappresentazione de “La serva padrona” di Pergolesi, al Parco Scherrer, davanti ad un lago scintillante di luci? O lo spettacolo “Note d’acqua” di Giorgio Appolonia che affiancava parti musicali e letterarie. Altra tappa brillante: crociera serale con i sax su un battello della Società Navigazione Lago di Lugano. Ma soprattutto le chiese del comprensorio, edifici sacri, ricchi di storia, con antichi affreschi, stucchi, arredi d’arte, facevano da cornice ai nostri concerti, in parte discoste e sconosciute ai più, come la Madonna d’Ongero o il vecchio complesso di Torello vicini a Carona. Era nel 1975, facevo parte del Consiglio d’Amministrazione dell’Ente Turistico del Ceresio e, pensando alla struttura di questo Ente, intendevo coinvolge – re i vari Comuni in qualcosa che li unissero, che si sentissero legati tra loro. Che cosa di meglio se non la musica? Quando divenni presidente, le cose mi parvero facilitate e si è sviluppato, consolidandosi nel tempo, questo progetto. Nel 1999, assorbito l’Ente Turistico del Ceresio da Lugano Turismo, ecco che la 25esima edizione continuò in un contesto diverso, ma non poi tanto, rispetto agli anni precedenti. Lo scenario si è ampliato, con l’invitare altri comuni e non solo ceresiani. Se mi si chiede quali sentimenti suscita uno sguardo retrospettivo, direi… un ”limpido ardimento” per aver voluto dar vita e continuità, in un territorio tutto sommato piccolo, a un festival di musica classica e non solo, articolato nei mesi estivi. Alcuni solisti che debuttarono da noi, sedicenni o poco più, sono poi diventati autorevoli interpreti. Ne cito solo alcuni come l’organista e direttore Diego Fasolis, il liutista Luca Pianca, il Quartetto Carmina, che oggi sono ospiti dei grandi festival internazionali, o Emanuele Segre, chitarrista, che ormai è richiesto ovunque, in America lo chiamano “Segovia junior”… Ringrazio i miei collaboratori e consulenti. In primis Lucienne Rosset, in – stancabile presenza, sin dall’inizio, nel nostro piccolo “cast”, competente, disponibile, rigorosa come si conviene.

Alice Moretti, presidente onoraria

Lampenfieber

Manchmal kommt das Lampenfieber erst nach fünfzig Takten… Bis dahin können wir uns alle zusammenreissen. Dann plötzlich beginnt’s: Zuerst der eine, dann wird der andere davon angesteckt… Und nun schiesst jeder Tropfen Adrenalin direkt in die Hand, die den Bogen hält. Dabei sollte er bei dieser Stelle ganz sacht die Saiten schwingen lassen . Bloss nicht zittern. Glücklicherweise gibt es hier in der schönen Kirche in Barbengo keine knochen – trockene Theaterakustik, in der man alles hört… So vielleicht war es damals, vor über 30 Jahren, als wir zum ersten Mal im Ceresio Estate konzertieren durften. Das war für uns in jenem Sommer bestimmt das wichtigste Konzert und wir nahmen den Auftritt sehr ernst. Wir wollten der sehr streng urteilen – den künstlerischen Leiterin, Lucienne Rosset, gefallen und Eindruck machen und wir hofften natürlich auch auf eine gute Kritik in einer Tessiner Zeitung, die wir dann auch bekamen. Das war für uns extrem wichtig, weil wir nämlich wenige Monate später am bedeutendsten Streichquartett-Wettbewerb der Welt, dem Concorso Internazionale per Quartetto d’archi ‘’Premio Paolo Borciani’’ in Reggio Emilia teilnehmen wollten. Dort musste man bei der Anmeldung aktuelle Konzertkritiken vorweisen und so waren wir sehr glücklich, eine solche in italienischer Sprache einreichen zu können. Lucienne Rosset hatte tatsächlich grosses Vertrauen in unser Quartett und hat uns vor dem Wettbewerb zu einem weiteren Konzert in der herrlichen Kirche Madonna di Ponte in Brissago verholfen. Viel Publikum war gekommen und wir konnten in einem überlangen Programm einen grossen Teil des Wettbewerbprogramms spielen – eine unschätzbare Hilfe! Bestimmt hat auch dies dazu bei – getragen, dass wir dann diesen Wettbewerb in einem grossen Jury-Skandal gewonnen haben… Wir sind Lucienne Rosset ausserordentlich dankbar für ihre grosse Hilfe am Anfang unserer Karriere und zwar sowohl als Tonmeisterin als auch als Künstlerische Leiterin. Wir sind glücklich, dass sie uns als junges Ensemble mehrmals zum Ceresio Estate eingeladen hat. Es ist enorm wichtig für junge Musikerinnen und Musiker, gute Konzertmöglichkeiten zu bekommen, um Erfahrung auf der Bühne sammeln und sich vor Publikum ausprobieren zu können. Wir wünschen dem Ceresio Estate weiterhin viel Erfolg mit den Konzerten, die sich ganz besonders durch hohes Niveau, durch den intimen Rahmen und ein wunderschönes, historisches Ambiente auszeichnen.

CARMINA QUARTETT, Zürich
Stephan Goerner, Violoncellist

Palestra per giovani

Ceresio Estate è stato per me, come per tanti altri musicisti, una palestra di grande importanza per esibirsi in giovane età, per conoscere colleghi con i quali sviluppare amicizie e collaborazioni lunghe e fruttuose. Penso a Mauro Ghisletta con cui ho tenuto il mio primo concerto a Morcote nel 1980. Penso ad Omar Zoboli, Duilio Galfetti o Maurice Steger, virtuosi di fama internazionale con cui costantemente si sviluppano nuovi progetti. Sono stato invitato da Lucienne Rosset molte volte, come organista, cembalista, direttore del Gruppo Vocale Cantemus prima e del Coro della Radiotelevisione Svizzera dopo. Siamo stati a Ceresio Estate alla nascita de “I Barocchisti” e ho diretto l’Orchestra della Svizzera italiana diverse volte a Carona. Ci sono ricordi strani di Vico Morcote come la riparazione estemporanea con cacciavite e martello dell’organo di Vico per poter continuare il concerto o la multa collettiva a tutto il pubblico con I Barocchisti nel 2001. Lucienne, che con le sue conoscenze e la sua determinazione ha aiutato in maniera sostanziale a far grande questa rassegna, si ricorda di una serata alla piscina del “Principe Leopoldo” con improvvisazioni mie e del magnifico tenore-cantastorie Marco Beasley persino sull’elenco del telefono e cronaca sportiva. Oppure di un bis ricominciato tre volte che proprio non voleva funzionare tanto che me ne sono andato lasciando il coro da solo sull’altare della chiesa di Cernesio. Eravamo agli inizi del progetto Integrale di Palestrina giunto oggi al quarto volume con dieci dischi e un DVD in via di pubblicazione. Un grazie di cuore a tutte le persone che con tanta passione hanno offerto al pubblico locale e ai turisti occasioni artistiche straordinarie in luoghi straordinari con uno spirito di ospitalità, dedizione e generosità impagabili. Lunga vita a Ceresio Estate.

Diego Fasolis, direttore d’orchestra e organista

Madrina Ceresio Estate

Ceresio Estate è presente nella mia vita da più di trent’anni, come una sorta di madrina, che mi ha tenuta a battesimo più volte. Nel 1984 mi ha dato la possibilità di debuttare come pianista nella rassegna Giovani alla ribalta, a fianco del flautista Roberto Re e dell’oboista Marino Bedetti. Sette anni più tardi mi ha accolta nella bella cornice della Chiesa di Carona nel ruolo di direttore d’orchestra, alla testa dell’Orchestra Accademica, ensemble di Milano che all’epoca dirigevo regolarmente. In quell’occasione il programma prevedeva tra l’altro Le quattro stagioni di Vivaldi, con protagonista al violino Saskia Filippini. Nel 2000 invece, ho avuto il piacere di tenere un concerto per Ceresio Estate dirigendo l’Orchestra della Svizzera italiana, con solista al mandolino Duilio Galfetti. Ed ora, da quando sono stata nominata direttore artistico-amministrativo dell’OSI, mi impegno per garantire ogni anno la presenza della nostra Orchestra in questa bella rassegna, semplice ma di qualità, che tra i diversi meriti ha quello di aver favorito tanti giovani musicisti della nostra regione e di aver portato proposte musicali raffinate negli splendidi luoghi attorno al Ceresio.

Denise Fedeli, direttore artistico-amministrativo dell’OSI

Ceresio Estate e la musica contemporanea

Subito dopo aver ricevuto l’invito a scrivere alcuni pensieri su Ceresio Estate e la musica contemporanea, spontaneamente mi è venuto in mente che, comunque, da sempre, era stato necessario possedere un certo coraggio nel programmare concerti con musica contemporanea, -nel Ticino o altrove e a tutti i livelli-, in cui questa musica figurasse, non solo come un contorno per una generica diversificazione o peggio, come alibi per ottenere qualche finanziamento particolare. Ceresio estate sin dall’inizio ha avuto questo coraggio che ha protratto fino ai nostri giorni resistendo alle lusinghe del riflusso del gusto musicale avvenuto nella maggior parte di altre manifestazioni. Lo stimolo non è stato dato solo ai compositori nel presentare le loro opere, talvolta anche prima assoluta, ma anche a giovani interpreti che desideravano confrontarsi con questa musica. La formula poi della mescolanza storica, sempre all’interno di una scelta qualitativa, ha permesso di attirare un pubblico che, nonostante il periodo estivo, cercava una programmazione di valore. Personalmente, come compositore, attraverso Ceresio Estate ho potuto confermare, approfondire o iniziare contatti con importanti musicisti, quali Omar Zoboli, Ciro Scarponi e il suo quartetto d’archi, i cantanti Massimiliano Pascucci e Barbara Zanichelli o l’Ensemble Vox Altera e altri ancora.

Francesco Hoch, compositore

Un momento da ricordare… con un pizzico di storia

Carona Estate 1976. Avvenne allora il debutto della rassegna che giunge quest’anno al suo quarantesimo di esistenza con la denominazione di Ceresio Estate. La fortunata istituzione era stata creata da un piccolo comitato composto dai compianti Christiane Mislin e Armando Moro, allora presidente della Pro Carona, e da Roberto Dikman. Grazia Bicci aveva presentato, all’interno del già ben strutturato cartellone musicale, un ciclo di otto film americani. Questa prima edizione si caratterizzava per la gratuità delle manifestazioni e gli obiettivi che si prefiggevano i promotori erano quelli “di collaudare un’attività ad ampio raggio e di alto livello in grado di conciliare gli scopi turistici con la ricerca di occasioni in cui possa agire e proporsi il potenziale artistico della regione”. Si può certamente affermare che in questi quarant’anni d’esistenza l’istituzione concertistica ha assecondato al meglio gli scopi che si era dati. È stato per me un onore partecipare alla rassegna in quel lontano 1976 con un concerto tutto incentrato su pagine beethoveniane. Ricordo il calore del numeroso pubblico presente nella chiesa di San Giorgio, il cordiale sa – luto di un comitato accogliente e affettuoso. E oggi mi sorprende anche l’attenzione che la stampa aveva riservato a quella serata. Nel 1975 c’era stato un preludio alla rassegna del ’76. Christiane Mislin, appassionata animatrice della prima ora, mi aveva chiesto se sarebbe stato possibile organizzare una serata musicale nella chiesa di Carona. Fu così che le proposi un programma con le ultime Sonate di Beethoven eseguite da quattro studenti della classe di Jürg von Vintschger alla Musikhochschule di Zurigo. Il concerto rientrava in un progetto che comprendeva l’esecuzione dell’integrale delle Sonate in otto serate a Zurigo e Glarona. I compagni che mi accompagnarono in quella serata caronese dell’11 agosto furono Georges Martin, Giorgio Koukl e Martin Jaeckle. L’anno seguente prendeva avvio Carona Estate. Era nato sotto una buona stella!

Dario Müller, pianista

Ricordo di un esordio 1

Nel pieno della maturità, dunque, questa rassegna, che ha saputo valorizzare un repertorio altrimenti molto poco fruibile alle nostre latitudini: se è vero che a Vienna o a Parigi non è difficile riempire una sala importante con un programma (poniamo) monteverdiano con voce e liuto, in Ticino le cose si fanno decisamente più complicate. Ma non per Ceresio Estate, sembrerebbe, che ha sempre avuto il coraggio di presentare artisti e opere rare, ma non per questo meno significative, al di fuori dei sentieri battuti convenzionalmente. Onore al merito, dunque, perché il repertorio cameristico va affrontato in maniera creativa e raffinata, al di fuori dello spirito “competitivo” che caratterizza ormai i giovani talenti della musica classica : la “globalizzazione” ha portato anche a questo, fare della musica una specie di esercizio ginnico di forza e resistenza, la qual cosa ha veramente dell’incredibile!!! Personalmente, ho esordito a Ceresio Estate, nell’anno 1981…è stato il mio primo breve recital liutistico in assoluto, nella prima parte di una serata che includeva anche il giovanissimo Emanuele Segre, che poi è diventato una stella nel mondo della chitarra classica. Quel recital, si può dire, è stato la scintilla di un’attività ancor oggi molto intensa, sono un concertista itinerante da una trentina d’anni ormai, ma ringrazio chi ha avuto la benevolenza di sostenermi all’inizio (e quale miglior sostegno dell’offerta di un’esibizione, per un giovane musicista!). Buon compleanno e lunga vita a Ceresio Estate!

Luca Pianca, liutista

Agli albori della rassegna

Personalmente dovrei dire che “Ceresio Estate” mi ha cambiato la vita. Non è retorica, ma semplice cronaca, nel senso che se oggi abito a Carona e mi identifico in questo luogo ameno e felicemente ispirativo lo devo all’indimenticata Christiane Mislin la quale, in occasione della mia frequentazione dei concerti della rassegna coraggiosamente avviata nel 1976 con la de – nominazione di “Carona Estate”, mi fece conoscere una sua allieva di pianoforte caronese, sua collaboratrice nell’organizzazione, diventata dopo un anno mia moglie. In quel periodo col titolo “Musica nel Ticino” tenevo una rubrica in “Cooperazione”, che fu per me una palestra di critica musicale e che, trattandosi di un settimanale, non mi procurava l’affanno di scrivere immediatamente per il giorno dopo ma mi assicurava una provvidenziale distanza dall’evento, concedendomi il vantaggio di approdare a un giudizio più calmo e meditato. L’invito a dare una mia testimonianza in occasione dell’anniversario mi ha indotto a sfogliare i ritagli che ho conservato di quei momenti, cosa che faccio raramente poiché da una parte ciò mi confronta con gli acerbi esercizi di scrittura della mia gioventù in cui non mi riconosco più, e dall’altra (data la crescente distanza temporale) mi indulge fatalmente alla nostalgia. In quest’occasione l’ho però voluto fare, e allora non solo è emerso il ricordo di figure di musicisti che hanno lasciato un segno dalle nostre parti (Mario Delli Ponti, Paolo Bordoni, Keiko Wataya, Dagmar Clottu, Omar Zoboli, Wim Janssen, Mario Vitale, Paolo Beschi, Giuseppe Zambon, Nella Anfuso, il Quartetto Bartholdy, il Quartetto Stendhal, Giancarlo Parodi) e di interpreti ticinesi che sono lieto di aver accompagnato nelle loro prime esperienze concertistiche (Michela Cioccari, Dario Müller, Saskia Filippini, Antonio Pellegrini, Christoforo Pestalozzi, Giorgio Koukl, Maria Gloria Ferrari, Livio Vanoni, Diego Fasolis, Sandro D’Onofrio, il Quartetto di sassofoni di Michel Surget), per non dire di quelli consacrati come Luciano Sgrizzi, ma anche il grande sviluppo della nostra vita musicale. Nel 1986 affermavo: “Se fino a un decennio fa la colonna settimanale in cui scrivo poteva bastare a rendere conto dell’attività concertistica locale, oggi non può nemmeno riferire sulla metà di ciò che in questo campo nel Ticino si svolge”. E nel 1978 elogiavo il risultato delle prime rassegne ceresiane che avevano costituito il primo tentativo di collegamento di manifestazioni decentrate in varie località riunendo sotto un’organica concezione occasioni altrimenti disperse, diventata il modello di altre rassegne (in primis “Musica nel Mendrisiotto”). Mi è balzata agli occhi anche la cronaca di un concerto tenuto nel 1977 da Carlo Levi Minzi e presentato da Paolo Castaldi (compositore e critico di fine intelligenza), interrotto maleducatamente da una parte del pubblico impaziente di ascoltare l’esecuzione, che tuttavia non biasimai e che mi diede invece l’opportunità di attirare l’attenzione sul fatto che una parte cospicua di quegli spettatori era composta di turisti non in grado di capire la nostra lingua, pubblico allogeno senza il quale (in parte ancor oggi) la nostra vita musicale non avrebbe potuto reggersi. Nella prima edizione del 1976 fui responsabile dell’organizzazione di una serata in cui Oscar Mischiati, l’esperto organologo bolognese nonché compianto amico chiamato dall’associazione Ricerche Musicali nella Svizzera italiana a studiare i nostri organi antichi, ne illustrava i pregi. Anche lì fra una parte del pubblico (rappresentativa di chi contava nell’opinione pubblica riguardo a tale problematica) serpeggiò il malcontento a causa del polemismo del personaggio, fervente sostenitore del restauro degli organi a trasmissione meccanica, dichiarato spregiatore degli organi pneumatici e a trasmissione elettrica (com’era tra gli altri l’organo del tanto decantato “Festival di Magadino”). Poi col tempo quel messaggio s’impose, sicuramente anche grazie a “Ceresio Estate”, che non mancò mai di valorizzare lo storico organo della Chiesa di S. Maria del Sasso di Morcote, uno dei più pregevoli gioielli strumentali della nostra regione.

Carlo Piccardi, musicologo

Ricordo di un esordio 2

La prima volta che fui invitato a suonare per Ceresio Estate era il settembre del 1981. Avevo sedici anni, ero ancora studente presso il Conservatorio di Milano, e fu nella mirabile chiesa di Carona che mi venne offerto di esibirmi. Il mio impegno prevedeva un mezzo concerto. L’altra metà era affidata al liuto di Luca Pianca: un musicista che da allora, con la magia del suo strumento, ha fatto il giro del mondo. Di quell’occasione, uno dei primi miei concerti in pubblico, conservo un ricordo e un’emozione tuttora vivissimi. Dopo d’allora, su invito di Ceresio Estate ho avuto diverse altre occasioni di suonare nel Cantone Ticino, ora da solo ora in duo con l’ottimo flautista Alfred Rutz. Sono veramente felice, quest’anno, di festeggiare il 40° anniversario con gli amici di questa benemerita rassegna musicale che, sempre contraddistinta da una programmazione intelligente, propone agli strumentisti eventi in località bellissime del Cantone Ticino, e in sedi con caratteristiche acustiche eccellenti.

Emanuele Segre, chitarrista

Kreativer Eisberg

Was wären Lugano und sein Ceresio Estate ohne Lucienne Rosset. Es gibt wohl kaum jemanden, der so uneigennützig, so nur der Sache verpflichtet und mit einem untrüglichen Gespür für Qualität über Jahrzehnte musikalisch so segensreich (ein)gewirkt hat… Nun, liebe Lucienne, feiert Dein kleines grosses Festival sein 40 jähriges Jubiläum, und hat noch kein einziges Fältchen!!! Ich gratuliere Dir von ganzem Herzen dazu. Ceresio Estate ist zwar nur die Spitze Deines kreativen Eisberges, aber unglaublich wichtig. Auch für mich, durfte ich dort doch mit grossen Künstlern zum ersten Mal in meiner neuen “Wahlheimat” auftreten – ausserhalb der asylgebenden Mauern des Radios natürlich – und durfte letztes Jahr mit einem Mammutprojekt zurückkehren, mit der Aufführung der Ersten Mahler nämlich, mit den begeisterten jungen und hochtalentierten Musikern des Conservatorio. So viele Freundschaften, so viele Brücken und Links und so viel Nachhaltigkeit sind durch dieses kleine Festival entstanden. Ein perfektes Wunder. Nicht nur wegen des fast unsichtbar kleinen Budgets, mit dem dies bewerkstelligt wurde, sondern wegen der Ausstrahlung und des tönenden Widerhalls: Ein Stück lebenswertes Tessin. Förderung der Stars von Morgen und Einbindung der noch brennenden Profis! Weiter so!

Mario Venzago, Dirigent

Quaranta (ma non li dimostra)

Uno dei molti meriti di Ceresio Estate è di aver saputo rinnovarsi con intuito e curiosità, senza mai escludere a priori alcun genere musicale. Da questa apertura di spirito deriva la presenza, discreta ma costante nella programmazione, di brani composti da autori contemporanei. Io stesso potrei far parte della lunga lista di musicisti a cui Ceresio Estate ha regalato l’opportunitá di esprimersi ai loro esordi: “Cinque minuti per quintetto di fiati”, mia primissima composizione ad essere eseguita in pubblico fuori da un ambito scolastico, ha visto la luce proprio a Ceresio Estate, nel 1991, ad opera del Quintetto Auletico. Dopo anni di frequentazione dei concerti di Ceresio Estate, è con entusiasmo (e con l’apprensione dell’apprendista) che da questa stagione entro a far parte del suo comitato.

Pietro Viviani, compositore

La vie d’une “petite” japonaise

En septembre 1968, mes parents m’ont laissé partir du Japon pour me perfectionner avec le grand violoniste Josef Szigeti. J’ai étudié 6-8 heures par jour et au bout de 2 ans j’ai eu un prix au concours Paganini à Gènes. Ça y est, je commence à travailler dans l’orchestre de la Radio de Lugano. J’ai rencontré Lucienne qui m’a ouvert la porte et m’a poussée dans la vie des concerts, à commencer par Ceresio Estate. J’ai eu la chance de jouer en soliste avec orchestre et de la musique de chambre avec des musiciens formidables comme Luciano Sgrizzi, Paolo Bordoni, Mario Venzago etc. Toutes mes expériences comme concertiste ont commencé au Tessin. Après quelques années, je suis partie en France, en Autriche, aux Pays-Bas, en Allemagne, où j’ai découvert ma passion pour enseigner… Le temps pas – sait… j’ai eu une heureuse vie privée et du succès comme enseignante par – tout. Quelque temps après le décès de mon mari, je suis revenue à Lugano voir mes anciens amis – c’était comme si je rentrais à mon nid… Lucienne est toujours généreuse comme avant et continue avec ce Festival!! 40 ans!! Maintenant quelques uns de mes anciens élèves jouent à ce Festival. Pour moi, c’est comme si je revoyais ma vie, ma jeunesse, mes élèves… Je suis très contente de cette continuation de génération.

Keiko Wataya, violoniste

C’ero anch’io alla nascita di Ceresio Estate!

Da allora ne ho sempre seguito il percorso: dalle prime lotte per la sopravvivenza fino al suo stabilirsi definitivamente come incontro culturale irrinunciabile per gli appassionati ticinesi, i turisti svizzeri e stranieri, gli ospiti di ogni genere. Tutti ormai ci si sono affezionati, e dimostrano nel tempo un costante e caloroso apprezzamento. Ogni programma è scelto con cura, in sintonia coi luoghi e con gli interpreti, così che ogni musicista comunica qualcosa di speciale e unico. Il tutto è possibile perché cose vitali e importantissime non sono mai venute meno: l’instancabile energia, la passione, la totale dedizione della direzione artistica di Lucienne Rosset. Suonare a Ceresio Estate è stato per me ogni volta occasione di riviverne l’immutata atmosfera magica. Mi auguro che i luoghi stupendi in cui si svolgono i concerti, le chiese (soprattutto quelle piccole e a volte dimenticate), i cortili, i giardini e tanti angoli ancora sconosciuti della regione continuino a “risvegliarsi” durante le notti estive grazie alla musica di Ceresio Estate, e per ancora tanti anni ci sussurrino in sottofondo le loro innumerevoli storie.

Omar Zoboli, oboista